Nel 2015 il cioccolato Mast Brothers è stato travolto da un grave scandalo internazionale. Non intendo difendere dei truffatori che per anni hanno nascosto bugie dietro alle loro belle barbe hipster, ma provo un po’ di nostalgia per quel periodo della mia vita in cui potevo ammazzare il tempo a Williamsburg, Brooklyn senza spendere una lira.
Arrivava sempre, prima o poi, il momento in cui non ne potevo più delle mie compagne di dormitorio. Allora prendevo l’autobus di Peter Pan e andavo a New York. Stavo a casa della mia amica Francesca, che viveva in un appartamento dell’Upper West Side a due passi dal Riverside Park. Siccome non avevo soldi, passavo il mio tempo alla ricerca di attività ricreative a costo zero. Una mattina, mentre Francesca aveva un appuntamento di lavoro decisi di andare a Williamsburg. In realtà, la mia idea era di fermarmi da Katz’s per colazione ma poco prima di arrivare pensai che sarebbe stato stupito esaurire il mio budget giornaliero prima che avesse fatto giorno.
Misi piede nel quartiere di Williamsburg e camminai verso Metropolitan Avenue perché era l’unica strada che conoscevo. C’era un negozietto che vendeva bagel appena sfornati per pochi dollari. Decisi di fare una deviazione per esplorare la zona e mi ritrovai di fronte al negozio dei fratelli Mast. Ne avevo sentito parlare e sapevo che i due avevano un passato da marinai – una storia piena di segreti interessanti.
Dalla vetrina si vedevano sacchi di juta pieni di fave di cacao. Al centro della stanza c’era un tavolo di legno scuro; tante tavolette di cioccolato impacchettate con la carta fiorentina erano impilate l’una sull’altra. Il negozio era un continuo viavai di uomini con la camicia a quadri, donne esili senza calze, bambini con i giocattoli in legno.
Entrai e ci rimasi per un paio d’ore. Di fronte ad ogni tavoletta, c’era un piccolo vassoio con del cioccolato in assaggio. Mi piacquero subito il cioccolato con il sale del Maine e quello con lo zucchero d’acero – entrambi mi ricordavano la solitudine del New England.
Per tanto tempo, questa è stata la mia routine a Williamsburg: assaggio gratuito di cioccolato Mast Brothers, giratina senza meta nel quartiere, nuovo assaggio gratuito di cioccolato e acquisto di una tavoletta di cioccolato con zucchero d’acero. Quando sarei tornata al college, l’avrei condivisa con le mie amiche, insieme ad un filone di pane di Hungry Ghost Bread.
Oggi dichiarare il proprio amore per il cioccolato Mast Brothers non è più politically-correct, ma io devo ammettere che il mio affetto per i due cioccolatieri newyorkesi non si è ancora esaurito.
[…] dell’albergo è centralissima: siete a pochi minuti a piedi dal negozio/laboratorio di Mast Brothers e a due metri dalla Brooklyn Brewery. Se alla fine della giornata la stanchezza si fa sentire, […]