Questa è la storia di quando conobbi la food writer Faith Willinger. Non è esattamente una storia a lieto fine, ma almeno ci ho guadagnato una vitaminica insalata invernale.
Quell’inverno la mia fissazione aveva un nome e un cognome. Si chiamava Faith Willinger, aveva ispidi capelli brizzolati, portava abiti stravaganti e scriveva da Dio. Mi bastava leggere il suo nome sulle costole dei libri per essere felice della mia routine da reclusa in un dormitorio del Massachusetts. Con Faith a farmi compagnia, la mia stanza di tre metri quadrati a Cutter House non pareva poi così male.
Avevo appreso dell’esistenza della signora Willinger all’inizio dell’anno scolastico. Non appena avevo comunicato al mio supervisore che intendevo scrivere una tesi sulla storia della cucina italiana in America, lui mi aveva spedita in biblioteca. “Prendi tutti i libri di cucina italiana che riesci a trovare”, aveva detto. Era un uomo brillante, ma non aveva il senso della misura. Passai le settimane successive a svuotare la biblioteca del campus. In mezzo a tutti quei ricettari, c’erano anche i libri di Faith Willinger.
Ero tornata a Firenze da qualche giorno per le vacanze invernali, quando mia sorella mi comunicò la grande notizia. Faith Willinger stava cercando un’assistente personale. Non era necessario che fosse americana. Doveva solo saper parlare inglese e avere un forte interesse per la cucina italiana. Mi illusi di essere perfetta per la parte perché scrivevo di cibo da anni e conoscevo a memoria i suoi libri. Mi convinsi di poter contare su un plus. Immaginai infinite conversazioni tra noi e poi ci rimasi male quando nessuna di queste ebbe luogo.
La signora Willinger mi aveva dato appuntamento un martedì pomeriggio a casa sua. Avevo immaginato che l’abitazione di una food writer del suo calibro sarebbe stata straordinaria. Ma una volta entrata nell’androne delle scale, mi resi conto che c’era lo stesso odore di qualsiasi casa in San Frediano. Si tratta di un odore molto particolare che si può sentire solo in una specifica zona dell’Oltrarno. Sa di legno bagnato e verdure trifolate all’aglio.
Anche se il suo volto mi era familiare, quando la porta si spalancò per farmi entrare rimasi colpita dall’aspetto eccentrico della signora Willinger. Quel pomeriggio indossava una lunga casacca maculata, sandali scarlatti e occhiali dalla montatura pesante, anch’essa di un rosso brillante. Mi tese la mano e io la strinsi con tutta la forza che avevo perché sapevo che è la cosa giusta da fare per dare una buona impressione di sé.
Ci sedemmo al tavolo della cucina e lei chinò la testa per leggere il mio curriculum. Intorno a noi il pavimento era ricoperto di scatole. C’erano barattoli di pomodori pelati, confetture di frutta, tavolette di cioccolato, bottiglie di spumante, cassette di agrumi. La signora Willinger mi fece qualche domanda ma io ero troppo sconvolta per saper rispondere. Avevo fantasticato a lungo su questo momento e adesso che lo stavo vivendo non mi sembrava per niente eccezionale. Chiacchierammo per qualche minuto, poi mi ringraziò per la mia disponibilità e mi disse che mi avrebbe fatto sapere. Capii in quel momento che non l’avrei mai più rivista.
Prima di farmi andare, frugò in una busta per terra e quando si voltò di nuovo verso di me, mi porse due limoni. “Provali nell’insalata, affettati finemente”, disse con tono solenne. “I limoni sono i pomodori dell’inverno”, aggiunse dopo qualche secondo. La ringraziai e me ne andai speditamente.
Qualche giorno più tardi ricevetti un’email che confermava la mia previsione. Non sarei diventata l’assistente personale di Faith Willinger. Risposi con un’email secca in cui ringraziavo per l’opportunità. Oggi sono grata a Faith per l’insalata invernale che non manca mai a casa mia non appena arriva la stagione fredda.
Insalata invernale con spinaci, limone, arancia, olive e noci
Se avete visto la fotografia in alto, sapete che questa insalata invernale è una non-ricetta. Si tratta infatti di una lista di ingredienti che può essere modificata e arricchita a piacere. Gli spinaci possono essere sostituiti con qualsiasi altra verdura a foglia. Le noci possono essere rimpiazzate da mandorle, pistacchi o pinoli, le olive da capperi o verdure sottaceto. Se intendete fare di questa insalata invernale un pasto completo, potete aggiungere del formaggio caprino stagionato oppure del pesce bollito (a me piacciono sia il salmone che il pesce spada). Gli unici ingredienti insostituibili di questa insalata invernale sono – ovviamente – gli agrumi, pelati a vivo e tagliati sottili.
- 1 limone biologico non trattato
- 1 arancia biologica non trattata
- spinacini freschi
- noci
- olive taggiasche
- olio extra vergine di oliva
- sale
- Lavate bene gli spinaci, stando attenti ad eliminare la terra che spesso si nasconde tra le foglie. Una volta puliti, asciugate gli spinacini tamponandoli con un panno o della carta da cucina.
- Pelate al vivo il limone e l’arancia. Poi, ricavatene delle fettine piuttosto sottili, eliminando eventuali filamenti e i semi.
- In una ciotola, sistemate gli spinaci, aggiungete gli agrumi, le noci sgusciate e le olive. A me piacciono le olive taggiasche, ma sentitevi liberi di sostituirle con la varietà che avete a disposizione.
- Condite con olio extra vergine di oliva e sale.